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Orecchio in chiave Posturale

 

“Mi gira la testa”. Quante volte nei nostri studi si sono presentati pazienti lamentando questo tipo di disturbo e quante indagini strumentali e diagnostiche presentate in quella sede. La prima presunta diagnosi che viene fatta dopo un’opportuna misurazione di pressione è quella di un problema al collo e precisamente al tratto cervicale, soprattutto se il paziente oltre alla vertigine lamenta dolori proprio in questa parte del collo. Ovviamente un paziente con sindrome vertiginosa avrà sicuramente una maggiore tensione della muscolatura del collo, ma ciò non significa che il disturbo provenga necessariamente da quel distretto. 

Infatti varie possono essere le cause che possono provocare la crisi vertiginosa e l’interpretazione di ciò dipende, molto spesso, dalla specialistica a cui ci si rivolge. Oggi vogliamo dare una delle tante spiegazioni possibili che possono determinare un disturbo dell’equilibrio, ma prima di fare ciò potrebbe essere utile fornire qualche piccolo chiarimento sull’argomento.

Innanzitutto: cosa è l’equilibrio? In realtà ci sembra una condizione scontata, ma molti sono i fattori che lo determinano ed un’alterazione di uno di questi fattori può creare seri scompensi in tutto il sistema posturale. Infatti l’equilibrio è un bene fondamentale per l’uomo: può persino essere considerato il suo sesto senso nella condizione in cui sono garantiti:

-          una posizione corretta del corpo nello spazio;

-          un orientamento dello sguardo che consenta di tenere adeguatamente sotto  controllo  cosa avviene nell’ambiente circostante;

-          un ritmo del battito cardiaco e del respiro adatto alla situazione;

-          una consapevolezza della propria posizione nello spazio;

-          il benessere psicologico in ogni condizione ambientale.

Vari organi (in particolare i sensori posti nell’orecchio interno, nella retina oculare, nei muscoli, nelle articolazioni e sulla pelle) e centri nervosi garantiscono questa funzione. I disturbi dell’equilibrio sono molto numerosi e diversi tra loro anche se vengono spesso identificati con l’unico termine generico di Vertigine. Le loro possibili cause sono altrettanto numerose, di varia natura e gravità, per cui la diagnosi e la terapia di un disturbo dell’equilibrio sono spesso difficili e possono richiedere la collaborazione di diversi specialisti.  Data la premessa, viste le difficoltà a cui vanno incontro spesso i pazienti nell’individuare la professionalità più adatta alle loro problematiche, nasce l’esigenza di una figura professionale che sia in grado di fare un primo screenning attraverso specifici tests, in modo da indirizzare, in maniera più o meno mirata, il paziente allo specialista di riferimento per evitare questo suo lungo peregrinare.  Potrebbe essere, a tal proposito, proprio il Posturologo la figura in grado, non di affrontare da solo la patologia, ma di chiedere la collaborazione di altre figure professionali all’interno del lavoro di riprogrammazione posturale. Infatti, l’orecchio risulta essere uno di quei recettori che condizionano la postura; tant’è vero che coloro i quali non sentono bene ad un orecchio cercano di compensare tale deficit ruotando il capo dal lato opposto alla lesione; ciò comporterà, sicuramente, un’errata posizione del corpo potendo generare disturbi di vario genere quali: scoliosi, cervicalgie, ecc..  Per le vertigini il problema risulta essere molto più complesso, come abbiamo già detto, ma se queste sono generate da un recettore come quello dell’orecchio vi sono tutta una serie di tests per rilevare ciò e tutta una serie di manovre e terapie non farmacologiche (che il più delle volte tendono a nascondere la causa) a cui ci si può rivolgere. Comunque la guarigione anatomica delle lesioni che provocano i disturbi dell’equilibrio non sempre è possibile e richiede in genere tempi lunghi. Fortunatamente il nostro organismo possiede una notevole capacità di adattamento alle patologie dell’apparato vestibolare. Recenti studi hanno dimostrato che il miglioramento spontaneo è tanto più rapido quanto più sollecitamente il malato recupera l’abituale attività motoria e quanto meno vengono utilizzati farmaci capaci di ridurre questa spontanea attività di adattamento.

La terapia riabilitativa del paziente vertiginoso consiste in:

-          un atteggiamento riabilitativo nel paziente vertiginoso acuto (limitare l’uso di farmaci sedativi e far riprendere al più presto possibile le normali attività al paziente);

-          una riabilitazione mediante manovre liberatorie in alcuni tipi di vertigini (vertigini parossistiche posizionali);

-          una rieducazione vestibolare nei pazienti con difficoltà di compenso spontaneo;

-          una rieducazione tesa a riprogrammare la funzione dell’equilibrio nelle patologie del sistema nervoso centrale;

-          una riprogrammazione posturale successiva all’aggiustamento vestibolare.

Il  posturologo, quindi, interviene in una fase valutativa iniziale e in una fase terapeutica successiva all’intervento specialistico richiesto, garantendo così una risposta più efficace alla domanda che il paziente rivolge. Sicuramente l’argomento, per come è stato trattato, non è esaustivo, ma speriamo per lo meno indicativo per comprendere quanto le funzioni del nostro organismo siano così finemente collegate tra di loro tanto da farci venire in mente un famoso aneddoto che collegava il battito delle ali di migliaia di farfalle che si raccoglievano su un promontorio del Madagascar per la riproduzione alle più famose eruzioni vulcaniche della storia avvenute in Giappone.

Dopo avervi invitati all’ “ascolto” di questo articolo vi rinviamo alla prossima settimana dove “gusteremo”  insieme un ulteriore scritto riguardante i rapporti tra la postura e l’apparato stomatognatico (per i non addetti ai lavori: postura e bocca).

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