top of page

Occhio e Postura

 

 

Siamo al nostro quarto incontro con la Posturologia. Dopo l’orecchio e la bocca è il momento di esporre le connessioni che si riscontrano tra l’occhio e la postura, più precisamente tra le alterazioni dei muscoli oculari e la postura. Una delle prime cose che ci “salta all’occhio” quotidianamente è quella che, spesso, alcuni ragazzini per guardare la televisione o fare i compiti, ruotano la testa sempre da uno stesso lato per vedere meglio le immagini che si ritrovano di fronte;  per tale “atteggiamento”  questi ragazzi vengono, solitamente, accompagnati dall’oculista, il quale accerta che non vi sia nessun disturbo inerente alla visione; escluso ciò, però, il comportamento anomalo permane e a parte qualche scappellotto per correggere tale “vizio” altre soluzioni non sembrano esistere. 

Eppure non è così, tale problema può avere chiare motivazioni, che esporremo successivamente, le quali potrebbero comportare nel tempo varie conseguenze (da semplici dolenzie muscolari a vere e proprie alterazioni morfo-funzionali della colonna vertebrale come le scoliosi). La testa, infatti, come ben sappiamo, è poggiata sul collo ed il collo sul resto del corpo, e fin qui ci siamo, ma volendo approfondire: la testa si poggia sul tratto cervicale vertebrale che è in connessione con il resto dell’intera colonna vertebrale e se abbiamo, quindi, un’alterazione nel tratto vertebrale a monte (cervicale) questa si ripercuoterà su tutta la schiena che cercherà di compensare tale anomalia mortificando la propria struttura ossea e muscolare (pericolo scoliosi). In Posturologia tale problema viene annoverato nelle patologie posturali discendenti. Da ciò si evince che la vista gioca un ruolo fondamentale nella regolazione della postura, sia in virtù della stimolazione retinica, essendo la retina una periferia sensoriale importante ai fini della postura, sia in rapporto all’oculo-motricità. Quest’ultima gioca un ruolo determinante nel meccanismo della postura, costituendo un sistema propriocettivo capace di determinare l’orientamento spaziale, il giusto tono posturale e la corretta posizione degli occhi in risposta alle stimolazioni stato cinetiche della testa. Le afferenze visive costituiscono un importante canale di informazione per il controllo della postura in ortostasi.

L’occhio può essere, quindi, causa dei problemi posturali in quanto organo che contribuisce nell’uomo all’orientamento spazio-temporale sia quando è soggetto a turbe della refrazione (di cui scriveremo in seguito), sia quando è soggetto a turbe della motilità oculare. Si può però discriminare sul significato delle due alterazioni, infatti nelle turbe della refrazione, ad eccezione dei casi di ereditarietà familiare, alla base vi è quasi sempre una problematica psicologica che in qualche maniera costringe l’individuo, attraverso un meccanismo di difesa a vedere bene solo da vicino o da lontano, ecc. Nel caso delle turbe della motilità oculare, che d’altra parte si associano spesso a quelle della refrazione, si può pensare ad una causa meccanica secondaria alla modificazione degli assi del globo oculare, o secondaria ad eventi stressanti, ecc.  Le turbe della refrazione quali: miopia, ipermetropia ed astigmatismo sono coinvolte nelle anomalie posturali discendenti, specialmente quando colpiscono un solo occhio.

Le turbe della motilità oculare di tipo binoculare, invece, sono: convergenza insufficiente ed eteroforie. Per il Posturologo è importante conoscere, al fine di un’opportuna terapia, quale è l’occhio dominante e quale è l’occhio dominato in quanto si è notato un’associazione tra alcune malattie e i due tipi di occhio.

Le cause che alterano la funzionalità dell’occhio si suddividono in primitive e secondarie. Le primitive sono: traumatismi craniali (schok, coma, ecc.); i blocchi della cervicale (nel collo, tra i fasci muscolari corrono le vie del nervo oculocefalogiro); i fenomeni di ipertensione endocranica (neoformazioni, convulsioni, sindromi meningee, accidenti vascolari cerebrali, ascessi cerebrali, meningiti); epilessie; malattie autoimmuni; fratture della colonna vertebrale; sofferenza fetale; infine alcune sofferenze congenite o ereditarie. Le conseguenze di tali malattie saranno ancora evidenti sull’occhio anche trent’anni dopo l’evento, e quantunque la malattia primitiva sia scomparsa. Le cause secondarie possono essere: un focolaio dentario o una sofferenza occlusale; epatiti (occhio destro); tranquillanti.

Segni clinici conseguenti alla sofferenza dei recettori oculari (predominanza serale) possono essere: cefalee; vertigini; fobie (agorafobia, paura della strada, della folla, di guidare l’auto di notte); mal d’auto o di mare, testa pesante, testa tra le nuvole; cevicalgie; scapulalgie; cercico-brachialgia; dolori monoarticolari (ginocchio, caviglia); tendiniti; spasmofilia (cicatrici, ipoconvergenza); ritardi scolastici e difficoltà scolastiche, disturbi della concentrazione e della memoria; turbe del carattere del bambino; fotofobia, assunzioni compensative del capo nel guardare, sensazione di sabbia negli occhi; rachialgie.

Questi elenchi sottendono approfondite ricerche nel campo neuropsicofisiologico , noi ci siamo soffermati solo sulla sintomatologia che un disturbo dell’oculomotricità può comportare in quanto l’approfondimento di tali temi esula da tale trattazione.

Il Posturologo ha necessità, ogni qual volta si presenti un disturbo sopra citato, di procedere ad un attento esame della funzionalità del recettore oculare e si servirà di tests fondamentali per sapere il grado di coinvolgimento degli  occhi nell’eventuale anomalia posturale…. I tests di riferimento sono: la valutazione della convergenza, il test del riflesso di convergenza, Cover test, il test dell’occhio dominante, il test di Romberg modificato, test della marcia, test di Fukuda.

Dopo aver fatto le giuste valutazioni si procederà, utilizzando i mezzi a disposizione, alla correzione del tono muscolare oculare deficitario e alla riprogrammazione posturale conseguente. Concludiamo esortando i lettori a rivolgersi agli esperti del settore su citati nel caso in cui si rilevino dei sintomi come quelli riportati nell’elenco precedente per un discorso di prevenzione globale e per non incorrere in conseguenze più gravi. Ricordiamo, inoltre, che “l’occhio è lo specchio dell’anima”  e come tale diventa un importantissimo strumento di comunicazione e per questo non va sottovalutato.

Vi rimandiamo al prossimo incontro per percorrere insieme lo scomodo sentiero di un altro organo recettoriale: i piedi, che se ben poggiati sul terreno sul quale camminiamo ci assicurano un ulteriore equilibrio nel complesso mondo della postura.

bottom of page