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Chirurgia cervicale vs terapia conservativa

 

Secondo un recente studio randomizzato (RCT), i pazienti con radiculopatie cervicali migliorano con o senza intervento chirurgico.

Marcus Engquist ha ripartito in modo casuale 63 pazienti con radiculopatie cervicale in due gruppi, uno sottoposto a discectomia cervicale anteriore e fusione seguite da terapia fisica postoperatoria, l’altro seguito solo con terapia fisica. Il programma di terapia fisica comprendeva esercizi strutturati, riduzione dello stress, sviluppo di strategie coping e potenziamento del “self-efficacy”.

I pazienti sottoposti a chirurgia hanno recuperato più rapidamente, hanno presentato un modesto vantaggio dopo 12 mesi nella valutazione della propria condizione, giudicata “migliorata/molto migliorata” per l’87%, rispetto il 62% del gruppo non sottoposto a chirurgia. Anche la scala del dolore aveva punteggi migliori nel gruppo sottoposto a chirurgia. Tuttavia, al follow-up dell’anno successivo le differenze tra i due gruppi sono scomparse.

A conclusione del suo studio, Engquist ha voluto sottolineare che bisognerebbe consigliare trattamento conservativo prima di indirizzarsi verso l’intervento chirurgico: entrambi i trattamenti possono dare beneficio, ma la chirurgia, pur accelerando il possibile miglioramento, comporta un aumento dei rischi.

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