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La Postura eretta

 

Tutto è iniziato con la conquista da parte della specie umana della postura eretta che ha rappresentato un evento fondamentale nel passaggio dalla scimmia all’uomo: essa ha permesso l’uso delle mani e l’accelerazione nella maturazione dei processi psicologici. Questa geniale soluzione dei nostri progenitori dal punto di vista biomeccanico non è stata perfetta, data l’alta incidenza di problemi posturali a cui è soggetto l’uomo. Essa è infatti avvenuta attraverso un adattamento dell’intera struttura portante: cranio, rachide, pelvi e arto inferiore.

L’acquisizione della postura eretta ha sempre suscitato il vivo interesse di chi si occupa di evoluzione umana. La verticalità e le sue basi anatomiche sono fra le più vistose caratteristiche che distinguono l’uomo dalle grandi antropomorfe africane e asiatiche. Ora sappiamo che nel processo di ominazione, l’acquisizione della postura eretta e della sciolta andatura bipede che ci sono proprie furono uno dei primi caratteri distintamente umani: gli ominidi – la famiglia zoologica cui l’uomo attuale appartiene – camminano eretti da almeno tre milioni e mezzo o quattro milioni di anni! La postura eretta aiutò l’uomo a risolvere numerosi problemi. Come Charles Darwin osservò, una delle sue più rilevanti conseguenze fu che le mani, liberate dalla loro funzione locomotoria, divennero disponibili per un uso continuativo in altre attività, come per esempio la fabbricazione di strumenti.

Il modo in cui il corpo adattò la propria struttura e la propria biomeccanica alla verticalità e al bipedismo può essere definito poco meno che geniale.

Ciononostante, dopo forse quattro milioni di anni o più, non abbiamo ancora acquisito una biomeccanica perfetta. Il nostro corpo è ancora soggetto a quelle che sir Arthur Keith (1923) definì “i mali della postura eretta”, vale a dire i piedi piatti, l’ernia del disco, ernie, prolassi e malposture. Queste patologie legate alla postura eretta sono responsabili di quasi tutto il gran lavoro che gli specialisti in chirurgia ortopedica hanno oggi. È quindi evidente che il meccanismo della postura e dell’andatura eretta, sebbene raggiunto con ingegnosa maestria evolutiva, è tutt’altro che perfetto. I nostri progenitori che per primi camminarono eretti si attirarono un nugolo di nuovi problemi, alcuni dei quali sono ancora nostri.

Earnest Albert Hooton, un grande maestro dell’antropologia fisica che insegnò a Harvard, parlava con convinzione dell’uomo come del “bipede barcollante”. 

“La camminata umana è quell’attività distintiva nel corso della quale il corpo, passo dopo passo, vacilla sull’orlo della catastrofe………perché solo il ritmico movimento in avanti compiuto prima da una gamba e poi dall’altra gli impedisce di cadere a faccia in giù” (Napier J. R.)

 

I problemi derivanti da anomalie della postura interessano un gran numero di persone e si manifestano sotto forma di lombalgie, sciatiche, dolori alle spalle, false/vere periartriti scapolo-omerali, false/vere epicondiliti, parestesie agli arti superiori ed inferiori, ecc. La terapia tradizionale consiste nella somministrazione di farmaci ad attività antinfiammatoria, cortisonici, antalgici, ecc. in una fisioterapia riabilitativa e in fine in un intervento demolitivo di tipo chirurgico, che molto spesso non presenta risultati soddisfacenti; un modo diverso di considerare i problemi della postura e della dinamica del movimento ci viene offerto dalla Posturologia con il supporto di altre scienze quali la Kinesiologia Applicata e l’Osteopatia.

La filosofia di base è la stessa di quelle medicine olistiche, come l’Omeopatia, la Medicina Tradizionale Cinese, ecc..che considerano la malattia come un sintomo di un problema più generale che riguarda la totalità dell’individuo sia mentale che fisica. Essa infatti indaga sugli aspetti mentali, biochimici e strutturali di una patologia della postura limitandosi ad intervenire sui problemi di struttura e viscerali, suo campo di azione, ed astenendosi dall’intervenire quando la causa di un qualsiasi problema posturale è secondario ad una patologia psichica. Quindi se è vero che un dolore di schiena può essere causato da un’anomalia della struttura muscolo-scheletrica , è altrettanto vero che in altri casi la sua origine è secondaria ad un’alterazione generale del sistema come ad esempio: un’alterazione endocrina o una depressione psichica, ecc.

Il problema è in realtà ancora più complesso perché le cause di una qualunque anomalia posturale, di una patologia endocrina, di una patologia d’organo possono essere multiple e succedutesi  in tempi  e regioni diverse del corpo umano: parto con il forcibe, cadute sul sedere, intolleranze alimentari, ecc…. da cui è partito il processo a catena che porta al manifestarsi del sintomo/malattia di cui soffre quel determinato individuo.

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