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Il Piede in chiave Posturale

 

Potremmo meglio definire i piedi come le “guardie del corpo” in quanto sono molto spesso i primi ad avvertire i sintomi di alterazioni della circolazione, del metabolismo come il diabete oppure di malattie reumatiche come l’artrosi, ecc. I piedi sono una struttura altamente specializzata, poiché debbono compiere diverse funzioni che principalmente sono quelle di contatto con il suolo, di sostegno ed equilibrio del corpo e di assorbire lo shock del peso corporeo. Da queste semplici  premesse ne consegue l’importanza del benessere dei piedi per il nostro organismo.  Per il conseguimento di questo benessere è quindi necessario avere una maggiore conoscenza e rispetto di essi. Nell’uomo essi hanno subito un’enorme trasformazione infatti da organo prensile, come nelle scimmie, sono diventati l’unica struttura di appoggio e di locomozione.

Il piede è molto complesso dal punto di vista anatomo-funzionale; vi sono numerose articolazioni che mettono in relazione le ossa del tarso tra loro e con quelle del metatarso, e tutte insieme con l’articolazione tibio-astragalica. Questo permette al piede di orientarsi nei diversi piani per presentare sempre un corretto appoggio al suolo, modificare la forma e la curvatura delle volte per potersi adattare alle diverse caratteristiche del terreno e creare inoltre tra il piano di appoggio  e la gamba un sistema di ammortizzazione  degli urti che dia sicurezza  e scioltezza al passo.  Altra struttura importantissima nella corretta funzione del piede sono le aponeurosi plantari. Nello spazio compreso tra queste aponeurosi, oltre ai muscoli c’è del tessuto lasso di notevole importanza ricco di terminazioni nervose, capillari sanguigni e linfatici (plantare venoso di Lejars).

Oggi il piede  abitualmente non lavora in maniera ottimale in quanto si usano calzature rigide per cui i recettori podalici non riescono ad avere una percezione reale dell’appoggio e informano in maniera scorretta la struttura centrale determinando un’anomala contrazione dei muscoli della gamba. Ma poiché i muscoli funzionano attraverso meccanismi  di interdipendenza, l’anomala contrazione di un gruppo di muscoli si ripercuote su di un insieme di muscoli agonisti aumentando la loro contrazione, seppur di poco, e inducendo il rilassamento della catena muscolare antagonista.

È possibile discriminare quattro catene muscolari posturali: una anteriore, una posteriore e due laterali. Le due laterali vanno dal piede destro al muscolo temporale sinistro (muscolo che si trova nella parte laterale della testa) e dal piede sinistro al muscolo temporale destro,  per cui se un muscolo della gamba sinistra diventa debole si stabilisce una debolezza del muscolo temporale destro ed una contrattura del muscolo temporale sinistro con una contrattura dei muscoli della gamba destra.

Partendo da questi presupposti di fisiologia e ricordando che nel nostro organismo forma, struttura e funzione sono intimamente correlate, si intuisce che quando il piede va incontro ad una modificazione strutturale o dinamica diventa causa di alterazioni posturali in quanto le strutture recettoriali, poste nella pianta del piede, incominciano a mandare informazioni distorte al sistema di comando centrale costringendolo all’anomalia posturale.

In particolare un cattivo appoggio podalico può sviluppare a monte asimmetrie del bacino e/o delle spalle, alterazioni di spazialità delle caviglie, delle ginocchia, delle anche, nonché le alterazioni delle normali curve della colonna vertebrale sia sul piano frontale: deviazioni laterali e scoliosi, sia sul piano sagittale: iperlordosi, ipercifosi, verticalizzazioni dei tratti lombare e/o cervicale, inversione delle curve fisiologiche. Sono queste condizioni che come conseguenza portano a dolori articolari che nel tempo diventano continui e fastidiosi, fino a diventare invalidanti per il soggetto che ne soffre. Tutto ciò può provenire da cattive informazioni provenienti dalle strutture podaliche e creare una disarmonica distribuzione del tono muscolare e della elasticità fasciale, tendinea e capsulare.

Quindi riassumendo potremmo dire che una anomalia posturale ascendente può essere causata sia da un piede con alterazioni strutturali (piede cavo, valgo, ecc.), sia da un piede con alterazioni funzionali (muscoli). Ovviamente un piede cavo avrà anche una alterazione di funzione, cioè legata ad un alterazione della muscolatura intrinseca del piede stesso, come un piede con alterazioni muscolari, con il passar del tempo, darà inevitabilmente origine ad un alterazione della struttura.

La modalità di approccio terapeutico al problema è molto importante e sicuramente non esula da una corretta diagnosi partendo da una conoscenza approfondita della meccanica articolare e muscolare ed i mezzi che si hanno a disposizione, oltre a quelli chirurgici nei casi più gravi, sono vari. Poter riconoscere le strutture da cui partono tali informazioni anomale e soprattutto poter intervenire su di esse, riportando alla normalità tali informazioni, permette di influenzare la fisiologia generale del corpo umano a scopi terapeutici e rende possibile la correzione terapeutica di tutte le anomalie posturali ascendenti. In questo modo, se il problema di partenza è podalico, curando l’appoggio si eliminano i sintomi riportando alla normalità la disposizione spaziale dei vari segmenti ossei alterati e dolenti.

La diagnosi clinica consiste nell’uso di tests specifici per riconoscere se i problemi posturali del paziente e le algie muscolo-scheletriche sono solo a partenza podalica, e per questo definite ASCENDENTI, a partenza da altri recettori, e per questo definite DISCENDENTI, o a partenza bilaterale e per questo definite MISTE.

Fase terapeutica. La fase terapeutica si rivolge essenzialmente alla correzione delle informazioni provenienti dal piede e quindi alla riprogrammazione dei recettori podalici agendo sia sulla struttura che sulla funzione dei muscoli che si presentano con un tono alterato. Fino ad oggi, la concezione puramente meccanica e meccanicistica del funzionamento dei nostri apparati di sostegno e di locomozione, ha determinato che l’intervento terapeutico sul cattivo appoggio della pianta dei piedi,  consisteva nell’uso di supporti passivi più o meno rigidi, che posizionavano passivamente la pianta dei piedi in posizione simil fisiologica. L’uso di questi presidi non ha mai corretto né l’appoggio né tanto meno le alterazioni posturali dell’intero organismo. Oggi fortunatamente la medicina ha fatto progressi e i mezzi a disposizione sono molteplici: dalla confezione di un plantare propriocettivo, dopo rilevazione con esame baropodometrico  o tests kinesiologici, alla stimolazione elettrica dei muscoli deboli della volta plantare.

Tutto quanto scritto ci riconduce sempre alla nostra visione globale dell’individuo dove il corpo umano non funziona per unità separate, ma come un tutto armonico, dove il sintomo rappresenta il risultato finale di una causa che può essere originata lontano dalla regione del sintomo e dove c’è sempre una interdipendenza tra struttura e funzione (tutte le funzioni subiscono l’influenza della struttura a cui sono associate così come le diverse strutture subiscono l’influenza delle funzioni).

Ritornando con “i piedi per terra” vi diamo appuntamento al prossimo articolo dove scriveremo di come le cicatrici possono causare una anomalia posturale.

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